Ho da passare tre ore in eurostar e da qui scrivo.
Non so quanti dei mie tre lettori abbiano familiarità con congressi, corsi di aggiornamento eccetera.
Gli specializzandi tendenzialmente lasciati allo stato brado per quel che riguarda la loro formazione spesso devono migrare per fare qualche corso interessante.
Quello di Roma era doppiamente interessante perché si rivolgeva appunto solo e soltanto agli specializzandi, ed era sia teorico che pratico.
Ovviamente, di venerdì e di sabato, per facilitare la cosa in due ospedali diversi, entrambi difficilissimi da raggiungere coi mezzi. Se poi si aggiunge il fatto che di sabato i mezzi sono anche ridotti, immaginate la mia gioia.
Il primo giorno ho visto solo la stazione Termini e l’ospedale. Tipico dei congressi. Finire alle 19, arrivare a casa alle 21 e morire lì. Io e le mie due colleghe, che volevamo fare un giro serale di Roma, ci siamo trovate tipo zombi col cervello in fase liquida come la citologia in esame.
Tra l’altro io ero anche ospite da un’amica e le ho fatto ben poco compagnia ma la ringrazio di cuore e pubblicamente perché forse non avrò il rimborso. Ecco lasciamo stare i rimborsi, altra nota dolente.
Il giorno dopo io e le socie in fase liquida siamo state anche accompagnate da una collega locale che ci ha salvato la vita.
Ho rischiato di restar chiusa in un bagno il sabato pomeriggio in un ospedale in mezzo al nulla nelle campagne romane. I trenta secondi più lunghi della mia vita, fino a che la chiave non ha girato…
A parte questo contrattempo sono rimasta soddisfatta dal corso e forse per compensare il ritardo abissale del giorno prima il tutto si è concluso presto. Cosa che ci avrebbe fatto comodo se fossimo state perse per la campagna in balia dei mezzi pubblici sabatini.
Grazie anche all’angelica collega, invece, siamo riuscite a fare un bel giro di Roma evitando la sindrome del ‘macino chilometri e potevo stare anche sotto casa che tanto era uguale’.
Sono anche riuscita render grazia ad Apollo.
Flashback.
La scorsa visita a Roma avevo chiesto ad Apollo di supervisionare laurea e ingresso in specialità con la promessa di tornare
Fine flashback.
Ho trascinato le mie colleghe, in preda ad Epicus Furor, fino al teatro di Marcello solo e soltanto per quel piccolo contatto mistico col dio della medicina.
Che ci protegga dagli avvocati, ci infonda saggezza… Ne abbiam bisogno.
Tra l’altro ricordo ancora benissimo la topografia dei luoghi romani e parecchi aneddoti, per cui stavo per cadere nella sindrome della guida turistica…
Altra fase liquida: le fontane di Roma. Chi seguiva l’altro blog Sa della bellissima vacanza che ho fatto con la mia sorellina. Riveder la fontana di Barberini mi ha letteralmente fatta sciogliere.
Amo Roma. Ho fatto un po’ di vita vera e un po’ di vita da turista. E sono soddisfatta, anche se ho temuto di veder solo ospedali e stazioni della metro, che è un po’ il problema del congresso medio.
Viva la fase liquida!
Tre patologizzande rendono grazia ad Apollo all’equinozio. Se non funziona questo, non so cosa potrebbe 🙂
Ti capisco perfettamente. Anche io amo Roma e, ogni volta che ci vado, vedo uno spaccato diverso. E anche quello che ho già visto, non mi stanco mai di rivederlo. Spero di andarci anche io per un corso di formazione o per un convegno, un giorno: amerei comunque quei viaggi, anche se non dovessi vedere che metro e tremi, perché di Roma io amo anche quello. Ma forse parlo così perché la metro, qui a Bari, non c’è e quindi la trovo un po’ una novità. XD